Intossicazione da Metalli Pesanti

Intossicazione da Metalli Pesanti

Metalli pesanti e radicali liberi: colonizzatori silenziosi

A cura del Dr. D. Dell’Aria con la collaborazione della D.ssa F. Tuzi

Il nostro organismo è certamente la più complessa macchina esistente sulla terra; mantenerla perfettamente operativa può risultare sorprendentemente semplice. Come un’automobile presenta problemi se i filtri sono intasati, così il nostro corpo.
Possiamo godere di perfetta salute per decenni se si seguono soltanto alcune semplici regole, tra cui le più importanti sono:
– Mantenere il nostro organismo alimentato con il giusto tipo di cibo.
– Evitare tutto ciò che può causare danni al nostro organismo.
Per quanto queste regole possano sembrare semplici, siamo certi che non sono di così facile attuazione. Il mondo attorno a noi è pieno di tossine, il nostro pianeta è molto più inquinato oggi di quanto non lo sia stato in tutta la storia dell’umanità. L’essere realisti ci deve portare a considerare quanto possa essere difficile ottenere cibi sani, privi di tossine, ed evitare tutti quegli agenti presenti nel nostro ambiente che non aspettano altro che penetrare nel nostro organismo per danneggiarlo.
Ogni giorno, senza che ce ne accorgiamo, siamo esposti a molteplici fonti di inquinamento: industriale, atmosferico, ambientale, alimentare, delle acque, elettrosmog. Silenziosamente sostanze tossiche si introducono nel nostro organismo, vi si accumulano e in esso liberano molecole dannose per le nostre strutture cellulari; si tratta di metalli pesanti e radicali liberi.
I metalli pesanti sono elementi di origine naturale, presenti nell’ambiente sotto forma di sali, complessi organici e inorganici, gas. Le loro concentrazioni presenti originariamente in natura non costituivano un rischio per gli esseri viventi; l’estrazione dai giacimenti minerali, la loro utilizzazione nell’industria e nell’agricoltura ha però determinato emissioni gassose nell’atmosfera, rifiuti solidi e reflui contenenti notevoli quantità di metalli pesanti, tossiche per gli organismi. Sono considerati metalli pesanti elementi quali alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco, insieme ad alcuni metalloidi con proprietà simili a quelle dei metalli pesanti, tra cui arsenico, bismuto e selenio. Questi metalli pesanti sono, infatti, elementi normali, anzi utili e necessari per lo svolgimento delle reazioni chimiche biologiche; hanno però una spiccata tendenza ad accumularsi e, in questo caso, la loro azione diventa nociva. Alluminio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, nichel e piombo sono poi metalli ritenuti prevalentemente tossici.
I maggiori responsabili dei danni ambientali sono invece mercurio, cadmio, cromo e piombo. La loro tossicità risiede nella capacità di legarsi a enzimi e proteine, bloccando le attività dei primi e scindendo le seconde. I metalli pesanti liposolubili, poi, hanno affinità per le strutture lipidiche e proteiche della membrana plasmatica: legandosi, alterano i vari meccanismi di trasporto e
di segnale. Oltre a bloccare l’attività enzimatica, i metalli pesanti formano radicali liberi, molecole fortemente instabili che, se non neutralizzate efficacemente dagli antiossidanti, causano degenerazione e morte cellulare; a ciò si aggiunge che, legandosi a strutture cellulari in cui si depositano, ostacolano lo svolgimento di determinate funzioni vitali.

La chelazione
La chelazione è una reazione in cui un agente chelante e un atomo metallico formano un complesso molto stabile: il chelante agisce da gabbia racchiudendo, come una tenaglia, il metallo. La chelazione è ampiamente utilizzata in caso di intossicazione da metalli pesanti. Una volta chelato, infatti, il metallo è come se fosse neutralizzato e può essere eliminato dagli organi emuntori.
La terapia chelante è quindi un valido strumento per permettere all’organismo di eliminare i metalli pesanti che diversamente potrebbero accumularsi e raggiungere livelli tossici, interferendo con gli enzimi e producendo radicali liberi. In un programma di generale depurazione, può quindi risultare utile intervenire con sostanze chelanti, capaci di legarsi al metallo e di trasportarlo all’esterno dell’organismo. È inoltre importante associare a una terapia chelante un’integrazione di rimedi antiossidanti e disintossicanti, per garantire all’organismo di liberarsi da scorie tossiche e al contempo ripristinare le proprie naturali difese.

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