Per non Mangiarsi il Fegato

Per non Mangiarsi il Fegato

Rimediamo ai danni di uno stile di vita e una dieta poco corretti

A cura di Vladimiro Lambertelli

Il Fegato, Azione Epato-Protettiva
Alcuni ricercatori, hanno dimostrato come le frazioni saponosidiche e flavonoidiche del Chrysanthellum si comportano come epatoprotettrici nei confronti di sostanze epatotossiche quali l’epatonolo e il tetracloruro di carbonio. A differenza di alcuni fitocomplessi, protettivi degli epatociti solo se somministrati prima del fattore tossico, quindi essenzialmente stabilizzanti di membrana, il Chrysanthellum agisce anche su tessuti già parzialmente compromessi inducendo la riattivazione delle catene enzimatiche sicrosomiali.
All’azione protettiva si affianca dunque, anche quella stimolante le proprietà di detossicazione e di rigenerazione. Sulla scorta delle osservazioni sul potere antiossidante e antiradicalico recentemente osservato, si può ipotizzare che uno dei meccanismi di protezione degli epatociti consista proprio nel blocco di quei potenti agenti aggressivi che sono i metaboliti radicalici di alcune sostanze tossiche.
Il Chrysanthellum agisce in maniera significativa sull’enzima epatico citocromo P 450, vera chiave di volta della biotrasformazione e degradazione delle sostanze endogene ed esogene che subiscono il processo di ossidazione, idrossilazione come alcool, alcuni medicinali, agenti alimentari aggressivi.
Numerosi studi a riguardo dimostrano che il Chrysanthellum possiede una buona attività antiperossidante dovuta al suo ruolo di chelante dei radicali liberi, responsabili della lisi cellulare con successiva inondazione enzimatica, causa a sua volta dell’alterazione dell’equilibrio strutturale delle cellule. Anche i flavonoidi della pianta partecipano al mantenimento dell’integrità della funzione protidogenica, proteggendo la membrana lisosomiale dall’azione distruttiva dei radicali liberi.
Ai flavonoidi spetta inoltre la peculiarità di orientare il glucosio sulle vie a più alto rendimento energetico, la dove cioè una molecola di glucosio degradata libera 34 ATP (ciclo di Krebs). In tale maniera si realizza un rilancio energetico dell’epatocita e di conseguenza una stimolazione delle funzioni maggiori del fegato.
Studi farmacologici condotti su topi intossicati da adrenalina, hanno dimostrato che gli animali risultavano essere significativamente protetti quando venivano pretrattati con il Chrysanthellum; Il controllo a doppio cieco ha dimostrato che si riduceva significativamente tale tossicità nei confronti degli animali non trattati o trattati con Vitamina C. Inoltre le prove tossicologiche hanno dimostrato che dosi 50 volte superiori alla posologia umana per via orale sono prive di tossicità, sia acuta che cronica, come pure di azione mutagena. L’azione protettrice dell’epatocita si instaura tanto meglio se il trattamento avrà avuto una durata minima di 15 giorni. L’esame istologico del fegato dell’animale intossicato da alcool, e pretrattato con Chrysanthellum , non presenta mai necrosi cellulare ed anzi esistono isole di parenchina epatico intatte come verificate al microscopio elettronico.

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