Vitamina C e Rame

Vitamina C e Rame

Vitamina C e Rame Sinergia intelligente

 

A cura di Vladimiro Lambertelli

L’integrazione sinergica di Vitamina C e Rame favorisce l’assorbimento di entrambi i nutrienti migliorandone il rendimento nella riconosciuta attività antiossidante nei confronti dei radicali liberi e nell’attività di potenziamento delle difese organiche. Vitamina C e Rame favoriscono l’assorbimento del Ferro.

Azione antiastenica ed antianemica
La Vitamina C interviene sulla funzione della ghiandola midollare surrenale (nella quale è presente in grande quantità) stimolandone la produzione ormonale (sintesi dell’adrenalina, sostanza fondamentale per il corpo umano nello stress); attiva l’azione dell’acido folico intervenendo sul metabolismo e l’assorbimento intestinale del ferro.
Quindi tutte le forme di astenia legate all’assorbimento o riassorbimento del ferro e le astenie in genere, possono beneficiare efficacemente. Il ruolo del rame nell’emopoiesi dell’uomo è noto; il rame influenza l’assorbimento del ferro a livello intestinale ed è indispensabile alla mobilizzazione del ferro dalle riserve epatiche per la sintesi ematopoietica.
Il rame è trasportato nel sangue dall’enzima ceruloplasmina ed è essenziale per la sintesi della stessa; la ceruloplasmina è necessaria alla trasformazione di ferro bivalente in ferro trivalente nell’intestino (questo processo è essenziale per la produzione dell’emoglobina).
“Il rame è contenuto nei globuli rossi attraverso gli enzimi eritrocupreina ed emocupreina; la carenza di rame nell’animale rende inutile la somministrazione di ferro, causando l’anemia esattamente come se nell’organismo ci fosse carenza di ferro” (C. Kousmine). La ceruloplasmina facilita la fusione del ferro nella transferrina (enzima prodotto dal fegato) e quindi l’utilizzo del metallo.

Azione antivirale ed antimicrobica
La vitamina C rafforza la funzione dei fagociti, aumenta la produzione di anticorpi, disattiva i radicali liberi, inattiva le tossine batteriche, modula le prostaglandine; il suo utilizzo come integratore è consigliato durante e dopo le malattie infettive. Il consumo abituale di supplementazioni di Vitamina C favorisce la produzione di più anticorpi igG e igM, con aumento della resistenza alle infezioni soprattutto di tipo virale (Valance 1977). Innumerevoli studi hanno constatato l’aumento significativo del tasso serico di rame e di ceruloplasmina quale reazione biologica dell’organismo nei confronti delle infezioni.
La risposta dell’organismo alle infezioni si traduce in un significativo innalzamento del tasso di rame, collegato all’aumento delle concentrazioni seriche di igA, igG, alfa1 antitripsina, stimolo dell’azione di fagocitosi nei confronti dell’agente infettivo.
I radicali liberi e le proteasi liberate dai fagociti nello spazio extracellulare, la concentrazione elevata delle proteine altamente reattive come l’alfa1 antitripsina (proinfiammatoria), generano una reazione infiammatoria che giustifica e spiega l’aumento del tasso di rame (Picard ed altri).
L’utilizzo complementare del rame a supporto delle terapie antibiotiche ed antinfiammatorie trova così giustificazione; la forte riduzione dei dolori articolari ottenuti dalla supplementazione di gluconato di rame durante le forme infettive (influenza, raffreddore etc), è tanto più efficace quanto è precoce il suo utilizzo, riducendo significativamente l’astenia post-influenzale (J.Sal 1990).

Azione sul sistema cardiovascolare
Il ruolo del rame nella fisiologia del sistema cardiovascolare, scaturisce dalle osservazioni fatte sin dal 1939 e confermate in seguito.
Era stato osservato infatti che il bestiame d’Australia che brucava sulle praterie carenti di rame, era attaccato dal “falling disease”, malattia caratterizzata da una degenerazione delle fibre miocardiche e dalla loro sostituzione con tessuto fibroso la morte sopraggiungeva brutalmente a seguito di un esercizio moderato.
La malattia era però totalmente prevenuta dalla somministrazione di rame o dal trattamento della prateria stessa con il rame.
Quest’osservazione è stata riprodotta nell’animale da esperimento; il ratto come il topo sottoposti a dieta povera di rame presentavano un’ipertrofia cardiaca con anomalie dell’ ECG con diminuzione dell’attività citocromossidasi del miocardio. Klevay osservava in più che le lesioni del miocardio avevano le stesse caratteristiche nel topo sottoposto a regime carente di rame o sottoposto a dieta aterogena. Sarebbe quindi la carenza di rame nelle diete ricche di grassi e zuccheri responsabile delle malattie cardiovascolari le quali si potrebbero in effetti prevenire se nei topi sottoposti a questo regime si utilizzassero bevande o soluzioni di rame con 10 microl/ml. Klevay pone la questione del ruolo di una carenza di rame nelle patologie cardiovascolari nell’uomo, poiché come abbiamo visto, la dieta normale non contiene il più delle volte la quantità raccomandata dell’oligoelemento. Tuttavia Levander riferisce il caso di un uomo sottoposto per tre mesi e mezzo ad un regime convenzionale di 0.83 mg di rame al di’, al fine di determinare il fabbisogno di rame nell’ adulto nel quadro di un approccio deplezione-replezione.

La somministrazione simultanea di Vitamina C e Rame, dell’integratore CUPRUM C, permette alla loro sinergia di manifestarsi efficacemente fin dal primo contatto con la mucosa orale; il Rame catalizza la trasformazione dell’acido ascorbico, reazione che genera elettroni immediatamente captati e poi trasportati dal Rame stesso, nella sua forma ridotta, verso i differenti metabolismi necessari ai sistemi difensivi.

 

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