Piante medicinali e Spagyria

Piante medicinali e Spagyria

Le piante medicinali e la Spagyria

A cura di  Vladimiro Lambertelli

Nel maggio del 1978 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) durante la 31° Assemblea Mondiale ritenne opportuno promuovere le ricerche sull’utilizzazione delle piante medicinali; accogliendo tale esortazione dell’OMS, i paesi ad essa aderenti svilupparono la commercializzazione e la ricerca sulle piante medicinali.
I principi attivi delle piante medicinali (dalle quali derivano molti farmaci sintetici o semisintetici) esplicano infatti, in sinergismo tra loro, un’azione terapeutica, pur con un meccanismo più blando e quindi meno drastico e meno aggressivo dei farmaci di sintesi molecolarmente puri.
Il ricorso sempre più diffuso alle “terapie a base di piante medicinali” trova la sua giustificazione, proprio per le possibilità terapeutiche nei confronti delle molte “disfunzioni” dell’organismo; certamente il discorso sulla fitoterapia è assai più vasto, infatti, non va utilizzata solo per il minor rischio di effetti collaterali legati al suo utilizzo, poiché tale approccio ne svilisce il suo più alto significato.
Le carenze metaboliche ed enzimatiche inducono molti stati morbosi o premorbosi, e l‘utilizzo di determinate piante riesce a porvi rimedio.
“In questo senso” fitocomplessi, integratori alimentari e composti antiossidanti naturali, apportando all’organismo principi attivi essenziali per il mantenimento e/o il ripristino del buon equilibrio fisiologico e metabolico diventano “terapia naturale”.
Fitoterapia e integrazione nutrizionale in sinergia tra loro offrono due vantaggi: il primo relativo alla correzione dello stato patologico in atto, il secondo relativo alla conservazione del cosiddetto stato di buona salute raggiunto, grazie ad un’efficienza enzimatica migliore e più capace di rispondere agli insulti microbici.
La Spagyria è un’antica metodologia di preparazione degli estratti vegetali attraverso l’applicazione della filosofia alchemica alla natura. La Spagyria, è una tecnica particolare di elaborazione di materie provenienti dai tre regni della natura, che ha lo scopo di esaltare al massimo grado le virtù potenziali dei loro principi attivi.
Le tecniche spagiriche di elaborazione delle piante, dei minerali e dei metalli, partono tutte dalla stessa base, la divisione dei tre principi, la purificazione e la riunificazione in un’unica soluzione.
Lavorazione Spagirica
Per prima cosa viene divisa una pianta in tre parti uguali, dalla prima parte verrà estratto l’olio essenziale, solitamente in correnti di vapore; poi verrà utilizzata la seconda parte della pianta che, calcinata in un crogiolo chiuso ad una temperatura di 400°C, rilascerà le ceneri che verranno poi liscivate con acqua distillata al fine di estrarre tutti i sali solubili. Successivamente i Sali verranno purificati fino a che non saranno completamente bianchi; la terza operazione consiste nel portare a fermentazione l’ultima parte restante della pianta, che con particolari accorgimenti trasformerà la cellulosa in alcool, il quale verrà rettificato tramite distillazione in modo che risulti molto concentrato e contenente solo principi attivi volatili. Dopo quest’ultima fase, l’alcool della pianta, verrà mineralizzato facendolo circolare con una parte del sale della pianta, poi distillato ottenendo così il terzo principio perfettamente preparato. L’ultima operazione consiste nel riunire queste tre sostanze, in una proporzione che varia a seconda della pianta, in modo da ottenere esattamente quello che gli antichi Spagyri chiamavano “Quintessenza”.

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