Sistema muscolo scheletrico

Sistema muscolo scheletrico

Struttura muscolo scheletrico

A cura del Dott. Joseph Cannillo

Ossa, cartilagini, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti, tessuto connettivo costituiscono il sistema muscolo scheletrico, un’articolata struttura che conferisce al corpo supporto, stabilità e movimento.
Le ossa, differenti per dimensioni e forma, appaiono come una lunga catena che non può funzionare senza muscoli e legamenti. Lo scheletro osseo è un’impalcatura mobile che fornisce forma, sostegno, allineamento e posizione a tutto il corpo e al contempo preziosa protezione agli organi interni; grazie al tessuto connettivo di articolazioni e legamenti, ossa adiacenti possono opportunamente articolarsi per eseguire gli innumerevoli movimenti che ogni istante, spesso inconsapevolmente, sono compiuti. Il muscolo scheletrico rappresenta l’organo effettore del movimento oltre a conferire forza e resistenza al corpo. All’azione coordinata di tutti questi elementi si aggiunge quella di cervello, nervi e organi di senso a completare l’articolato meccanismo della dinamicità corporea. Si può definire questo apparato come una macchina fatta per il movimento, in cui tutto il complesso osso-articolazione-muscolo è un’efficiente combinazione di leve che effettuano infiniti movimenti, da quelli fini delle dita e della mano a quelli che coinvolgono l’intero corpo. Le articolazioni agiscono da dispositivi giunzionali tra capi ossei, interconnessi tramite i tessuti connettivi, consentendone il movimento e le cartilagini, tessuto connettivo solido e flessibile, proteggono le parti terminali delle ossa dal reciproco strofinio e dall’attrito. I legamenti invece sono robuste bande di tessuto fibroso elastico, bianco e denso, che collegano tra loro due ossa o due parti dello stesso osso (esistono anche legamenti che mantengono nella loro posizione gli organi, concorrono cioè a delimitare aperture o cavità nelle quali si trovano altre formazioni anatomiche come vasi sanguiferi o linfatici, tronchi nervosi ecc.); hanno funzione stabilizzatrice, in quanto impediscono che particolari movimenti o forze esterne, derivanti ad esempio da traumi, possano alterare la posizione delle strutture ai quali sono collegati. Sono disposti in modo tale da intervenire attivamente soltanto nei gradi estremi del movimento, ossia quando l’integrità dell’articolazione è a rischio. Le ossa assolvono il loro compito di leve in virtù di caratteristiche quali rigidità, solidità (o resistenza a uno sforzo di rottura) e leggerezza.
Lo scheletro svolge molteplici funzioni quali: sostegno; protezione di parti molli e delicate (es. scatola cranica e gabbia toracica); movimento ed equilibrio insieme a muscoli, articolazioni e nervi; plastica poiché conferisce forma al corpo; regolazione endocrina (osteocalcina); emopoietica tramite il midollo osseo, contenuto nell’interno cavo delle ossa; deposito di sali minerali. Il tessuto osseo partecipa infatti al bilancio sia elettrolitico sia metabolico: rappresenta un sistema di riserva e immagazzinamento di calcio e altri minerali (es. fosforo magnesio), oltre a essere una delle principali sedi di deposito di potassio. Il tessuto scheletrico ha quindi un ruolo fondamentale nell’omeostasi tramite il rilascio e l’accumulo di minerali ed è strettamente connesso alla totalità delle funzioni organiche; la regolazione dei livelli di calcio ematici è importante per lo svolgimento di diversi processi, come la trasmissione nervosa, la contrazione muscolare, la coagulazione; il tessuto osseo partecipa inoltre alla regolazione del pH corporeo e al trasporto di gas e sostanze nutritive. Pur apparendo rigide, le ossa sono strutture dinamiche, sono cioè un vero tessuto vivente che va incontro a continue modificazioni; le cellule che costituiscono il tessuto osseo sono infatti soggette a rimaneggiamento e rinnovamento. Gli osteoblasti rappresentano le cellule fondamentali del tessuto osseo e sono responsabili della sintesi dei componenti della matrice. Come i fibroblasti, le cellule caratteristiche del tessuto connettivo propriamente detto, gli osteoblasti sono costantemente impegnati, nelle fasi di formazione dell’osso, a sintetizzare componenti molecolari che andranno a costituire sia le fibre sia le glicoproteine della matrice. Completata la sintesi della matrice e avvenuta la sua calcificazione, gli osteoblasti entrano in uno stato di quiescenza e prendono il nome di osteociti, cellule mature dell’osso, che in caso di necessità (es. trauma o frattura ossea) possono riprendere la loro attività sintetica ritornando nella forma “attiva” di osteoblasti. Inoltre gli osteociti presentano recettori di membrana per l’ormone paratiroideo e controllano così anche l’azione degli osteoclasti.
Questi ultimi sono un’altra tipologia di cellule deputata a produrre e secernere enzimi che agiscono degradando la matrice calcificata e permettendo il riassorbimento dell’osso. La parte attiva dell’apparato locomotore è rappresentata dai muscoli. Questi svolgono importanti funzioni quali la determinazione del movimento, il mantenimento della postura e il sostegno del corpo, la stabilizzazione delle articolazioni, la protezione delle ossa; partecipano inoltre a processi metabolici e alla termoregolazione.
Una delle più distintive caratteristiche vitali, a livello sia macroscopico sia microscopico, è il movimento; grazie alle contrazioni muscolari il corpo è in grado di parlare, camminare, correre, compiere molteplici attività, dalla più semplice alla più complessa, da movimenti volontari a quelli involontari.
L’elemento caratteristico del tessuto muscolare è la fibrocellula (o fibra muscolare o miocita o miocellula); ha aspetto fusiforme ed è in grado di accorciare la propria massa in seguito a uno stimolo nervoso grazie alla presenza nel citosol, detto sarcoplasma, delle miofibrille, modulo costitutivo filamentoso della muscolatura striata che consiste in una catena molecolare costituita da meccanoproteine, actina e miosina, che permettono la contrazione muscolare. L’unità contrattile del tessuto muscolare striato è detta sarcomero. I muscoli sono connessi alle ossa tramite i tendini, forti e flessibili bande connettivali fibrose. Il tessuto connettivo extracellulare tra le fibre muscolari si lega ai tendini a livello dei segmenti distali e prossimali; i tendini, a loro volta, sono collegati al periostio (membrana di tessuto connettivo che riveste le ossa) a livello dell’origine e dell’inserzione dei muscoli. Quando il muscolo si contrae, il tendine trasmette la forza all’osso, determinando tensione e provocando il movimento; comportandosi come “molle” possono infatti distendersi notevolmente. Alla luce delle importanti funzioni svolte da ogni singolo componente dell’apparato muscolo scheletrico, è evidente come disturbi, squilibri, patologie più o meno gravi possano compromettere lo stato di salute dell’intero organismo. Così disordini a carico dei muscoli possono causare debolezza, dolore o addirittura paralisi; possono verificarsi problemi a causa di danni o anche sovraffaticamento per eccessivo sforzo o stimolazione, come lussazioni, distorsioni, crampi, tendiniti; possono comparire stati infiammatori, come miositi, o infettivi; patologie a carico dei nervi possono colpire anche i muscoli e alcune terapie farmacologiche (es. corticosteroidi, barbiturici, cimetidina) possono causare miopatie. A ciò si aggiungono i numerosi disturbi che possono colpire le ossa: da anomalie dello sviluppo (malformazioni) a malattie associate a una matrice anomala (osteoporosi); dalle malattie del rimodellamento osseo (osteite deformante o morbo di Paget) alle malattie legate a un’anomala omeostasi minerale (rachitismo, osteomalacia); senza dimenticare fratture, infezioni, reumatismi, osteomielite, osteonecrosi, artrosi e artrite (es. batterica, reumatoide, psoriasica) fino a tumori.
L’intero apparato muscoloscheletrico ha bisogno di essere mantenuto in esercizio, adeguatamente nutrito, “lubrificato”, sollecitato; le necessità, come per gli altri sistemi corporei, possono variare in base a fattori come età, sesso, attività fisica, senza dimenticare eventuali aspetti genetici nonché ambientali. Prendersi cura di queste strutture significa salvaguardare non solo la capacità di movimento ma anche tutte le altre funzioni che esse assolvono; intervenire al momento opportuno e soprattutto nel modo più appropriato è la chiave per preservare lo stato di benessere ed efficienza di tutto il corpo.

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